Quando a Milano pensi di aver visto tutto e di conoscere miti, storie e leggende dei luoghi, inevitabilmente scopri un nuovo tesoro nascosto della città. Il micro itinerario che vi proponiamo parte da uno dei luoghi probabilmente più ricchi di storia della città, la Pinacoteca Ambrosiana, molto visitata dai turisti stranieri ma un po’ snobbata da quelli italiani.
La Pinacoteca Ambrosiana e "Leonardo Icon" (Foto: Paolo Vanadia) |
Abbiamo scelto questo luogo perché, gironzolando a testa insù (ed ingiù) fra le strade di Milano, siamo rimasti folgorati da un’opera posta in piazza Pio XI, proprio di fronte la Pinacoteca, e inaugurata lo scorso 26 maggio in occasione della recente pedonalizzazione della piazza.
Si tratta della "Leonardo Icon", l'opera con cui l’Architetto Daniel Libeskind ha reso omaggio al genio di Leonardo da Vinci. Il basamento dell'opera riproduce la mappa di Milano disegnata da Leonardo, che colloca il centro della città nell'esatta posizione dell'Ambrosiana.
Proprio quella dove oggi sorge Piazza Pio IX era l’antico centro e nodo nevralgico dell’antica Mediolanum.
Sotto la Pinacoteca, infatti, sorge l’antico Foro Romano, la piazza principale della città, intorno il quale sorgevano gli edifici più importanti, la Curia, i Templi, le botteghe e dove si svolgeva la vita sociale e religiosa.
Foro Romano di Milano |
Della piazza si è venuti a conoscenza solo intorno gli anni novanta durante i lavori di restauro della Biblioteca Ambrosiana quando sono venuti alla luce una serie di reperti, rivelando una piccola parte del Foro che probabilmente aveva un’estensione pari a 55x160 metri.
Dal gennaio 2014 è visitabile una piccola porzione del Foro grazie ad un sapiente restauro ed un nuovo allestimento attraverso cui è possibile ammirare una parte della pavimentazione costituita da lastre di pietra bianca, detta «di Verona», usata a partire dal primo secolo dopo Cristo.
Inoltre, lungo un lato del lastricato si notano un piccolo canale dove scorrevano le acque piovane e i gradini che conducevano alle botteghe e alle osterie. L’antico Foro Romano è visitabile ogni primo sabato del mese acquistando un biglietto al costo di 3 euro (1,50 euro ridotto).
Risalendo in superficie, è possibile accedere alla Pinacoteca e Veneranda Biblioteca Ambrosiana, due luoghi strettamente connessi (la Pinacoteca si trova dove ha sede la Biblioteca).
Entrambe furono fortemente volute dal Cardinale Federico Borromeo che, intorno al 1604, ordinò la realizzazione della Biblioteca perché fosse fondata un’istituzione culturale di alto livello artistico, letterario e scientifico. Più tardi, intorno al 1618, venne, invece, fondata la Pinacoteca che nacque per assicurare una formazione culturale gratuita a chiunque avesse qualità artistiche o intellettuali. Alla Pinacoteca fu infatti affiancata, fin dal 1621, un'accademia di pittura e scultura.
Sala Federiciana della Biblioteca Ambrosiana |
La Biblioteca, ricchissima di antichi manoscritti, ospita la Sala Federiciana dell’Ambrosiana che ne costituisce l’antica sala di lettura. Fu costruita agli inizi del Seicento su progetto dell’architetto Lelio Buzzi e poi completata da Fabio Mangone e ricorda molto lo stile della sala di lettura dell’Escorial di Madrid da cui, certamente, fu presa ispirazione.
La sala è molto particolare e moderna per quei tempi: infatti, in essa, i libri da consultare non erano più legati ai tavoli di lettura com’era usanza, ma erano riposti in appositi scaffali appoggiati alle pareti.
Dal 2009 la Sala Federiciana, insieme alla Sacrestia del Bramante venne scelta come sede del ciclo di esposizioni del Codice Atlantico di Leonardo, la più vasta raccolta al mondo di disegni e scritti autografi di Leonardo da Vinci. Fino al 2015 i fogli del Codice saranno esposti a rotazione nelle due sedi.
All’interno della Biblioteca si trovavano anche una scuola per lo studio delle lingue classiche e orientali, e una stamperia che, per l’epoca, era davvero un’importante iniziativa. Alla sua morte, il Cardinale donò la sua intera raccolta di disegni e dipinti alla biblioteca, dando così l’avvio alla futura Pinacoteca.
Col tempo la biblioteca si è arricchita di testi e libri grazie alla numerose donazioni molte delle quali, però, furono distrutte durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale.
Ad oggi la biblioteca annovera ben trentamila manoscritti, dodicimila pergamene, duemilatrecento incunaboli, ossia quel documento che era stampato con la tecnica dei caratteri mobili, preziosissime lettere autografe e moltissimi altri gioielli del sapere umano e dell’arte. Si racconta che, fra i tantissimi libri custoditi in biblioteca ci siano dei testi rilegati in pelle umana!
La Pinacoteca Ambrosiana, è uno dei più antichi musei di Milano, in esso è custodito un patrimonio artistico immenso che raccoglie opere, principalmente di ispirazione sacra, dal Medioevo alla metà del Cinquecento.
In Pinacoteca si possono trovare opere, provenienti dalla collezione di Leonardo, Botticelli, Bramantino, Bergognone, Bernardino Luini, Tiziano, Jacopo Bassano, Moretto, Savoldo, Giovan Paolo Lomazzo, Caravaggio, Jan Brueghel, Cerano, Morazzone, Daniele Crespi, Anton Raphael Mengs, Andrea Appiani.
Il "Ritratto di musico'', olio su tavola (44,7x32 cm) attribuito a Leonardo da Vinci, è esposto in Pinacoteca Ambrosiana a Milano |
Sono conservate negli spazi museali la famosa Canestra di Frutta di Caravaggio e l’Adorazione dei Magi di Tiziano, il Musico di Leonardo, la Madonna del Padiglione di Botticelli e gli splendidi Vasi di fiori di Jan Brueghel.
Forse non tutti sanno che nelle sale della Pinacoteca è possibile anche ammirare il Cartone preparatorio per la Scuola di Atene di Raffaello (il cui affresco, realizzato poi da Raffaello, è visitabile presso i Musei Vaticani a Roma) in cui sono già definiti tutti i personaggi come nella versione definitiva, ad eccezione dell'autoritratto di Raffaello, del presunto ritratto del Sodoma e della figura di Eraclito/Michelangelo.
Nelle sale della Pinacoteca Ambrosiana è esposto il cartone preparatorio per La Scuola di Atene di Raffaello |
Anche alla Pinacoteca sono legate storie e leggende che rendono mitico questo luogo. Nelle sale sono conservati i guanti che Napoleone indossò a Waterloo, gli astrolabi e le sfere armillari della collezione Settala e, all’interno di una teca di vetro bronzo e malachite, pare sia custodita una ciocca di capelli appartenuta a Lucrezia Borgia rinvenuta fra le carte del suo amato Pietro Bembo, cardinale, col quale intrattenne una lunga relazione epistolare.
La Pinacoteca è accessibile dal martedì alla domenica dalle 10 alle 18 (ultimo ingresso ore 17.15) costo ingresso 15 euro, ridotto da 13 o 10 euro.
Conclusa la visita ai gioielli racchiusi in Ambrosiana e se avete ancora voglia di visitare un museo un po’ diverso, sarete subito accontentati: a pochi passi dall’Ambrosiana è ospitato un museo unico nel suo genere.
Si tratta della Fondazione Emilio Carlo Mangini (http://www.museomanginibonomi.it/) che sorge su un’area limitrofa all’antico Foro Romano dove, probabilmente, un tempo c’erano le taverne e le botteghe.
La Fondazione ha sede in un palazzo quattrocentesco in via dell’Ambrosiana 20, acquistato da Emilio Mangini, imprenditore milanese, che, nel corso della sua vita ha collezionato oggetti di ogni tipo meticolosamente catalogati in base alle caratteristiche peculiari di ognuno, con indicazioni dell'epoca e della provenienza.
La sua abitazione è diventata un museo aperto a tutti e visitabile su prenotazione (Tel. 02 86451455).
La peculiarità di questo strano museo è l’estrema eterogeneità degli oggetti in esso esposti che hanno accompagnato nel quotidiano generazioni di uomini e donne, grandi e piccini tanto da conferirgli quel senso di appartenenza che in nessun altro museo è possibile trovare. Si passa da giochi a sculture, attrezzi e apparecchi di ogni genere ed uso, orologi, scrigni, stipi, cofanetti, bastoni da passeggio, abiti d'epoca, ceramiche, oggetti di culto e tanto altro.
Grazie a visite guidate, in programma il lunedì e il giovedì dalle 15.00 alle 17.00, l’abitazione è interamente visitabile, a partire dal piano interrato e armeria dove sono conservate alabarde, armature, scatole di pistole da duello, anelli-pistola.
Anche cavalli di legno da giostra, tra gli oggetti esposti al Museo Mangini Bonomi di Milano |
Nei vari piani del Museo Mangini Bonomi, suddivisi per caratteristiche d’uso, epoca e provenienza, possiamo trovare cavalli di legno da giostra, culle di legno, calessini trainati da pony, una vasca da bagno in zinco, una poltrona da barbiere e una da dentista del XVII sec., una grande vetrina con burattini, teatrini, lanterne magiche, giochi da tavolo, un pallottoliere di legno, trottole, yo-yo, grandi vetrine dedicate alle ceramiche e alla cucina, alla scrittura (penne, pennini e calamai ma anche macchine stenografiche e macchine da scrivere), ventagli e ancora capi di abbigliamento ed accessori (scatoline porta-nei e carnet di ballo, arriccia capelli, borsette da teatro), ottica e strumenti scientifici (occhiali dal Rinascimento in poi, microscopi, binocoli, sestanti, macchine fotografiche, l’antenato del moderno alcol test!), vetrine dedicate ai tessuti e alla filatura, chiavi e serrature, una curiosa collezione di cappelli e bastoni da passeggio (ce n'è uno che contiene una bottiglia e bicchieri di vetro!), strani ed antichi strumenti musicali.
La collezione è davvero immensa ed è davvero impossibile elencare tutti gli oggetti esposti. L’unico modo è recarsi in Fondazione e guardarli con occhi ammirati!
NOTE
E' possibile contattare il Museo, scrivendo a info@museomanginibonomi.it, per prenotare una visita senza guida nei giorni e orari seguenti: lunedì e giovedì dalle 15.00 alle 19.00, mercoledì dalle 15.00 alle 17.00.
Giulia Minenna
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